Centrale del Mercure uccide il parco del Pollino
Centrale termoelettrica a biomasse della valle del Mercure – Parco Nazionale del Pollino. Sono anni che sentiamo parlare di questo problema, da una parte l’Enel che vuole riconvertire una vecchia centrale elettrica dismessa nel 1997 e crearne una nuova con combustione “di Biomasse” in pratica alimentata con materiale legnoso nella valle del Mercure. Ecco i motivi per cui l’Associazione “i Lupi dell’Appennino” si schiera contro l’apertura di questa centrale e a favore dei sindaci della valle del Mercure, dei comitati spontanei e delle Associazioni ambientaliste come OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista), Italia Nostra, il Riccio, ed altre che con forza hanno chiesto la sospensione dei lavori di adeguamento della centrale:
1. L’apertura di questa centrale elettrica comporterebbe l’azzeramento di tutti i boschi calabro-lucani nel raggio di decine di chilometri. Bruciare oltre 30.000 tonnellate di legno significa sfruttare ogni anno quasi 10.000 ettari di bosco: una follia!
2. In alternativa si ipotizza di smaltire nella centrale combustibile derivato dai rifiuti: CDR. Tutto questo in un Parco Nazionale i cui fini istituzionali sono ben altri. Belle parole come turismo eco-compatibile, agricoltura biologica, escursionismo trekking, verrebbero ridotte in cenere, come quella tossica prodotta da questo tipo di combustione. Questo progetto andrebbe accantonato oltre per danni ambientali che produrrà, per lo spreco di denaro pubblico soprattutto in un periodo di crisi globale come questo. In tutta questa storia gli unici a subire un effetto devastante saranno gli abitanti della valle del Mercure, spettatori silenti e vere vittime d’interessi di potentati e lobby.

Quest’ennesima vicenda dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno che è importante difendere il nostro territorio con ogni mezzo legale ed impedire che in nome di un modello economico ormai superato si continuino a distruggere quelle poche aree selvagge scampate alla mattanza e si crei un modello di sviluppo alternativo rispettoso del territorio.
Manifestazioni, denunce, proteste, esposti e una continua attenzione dei media con una mobilitazione che cresce giorno dopo giorno dovrebbe far capire agli amministratori locali che il vento è cambiato! Riusciranno loro a cambiare rotta? Osservando con orrore gli ultimi progetti realizzati nel Parco Nazionale del Pollino sembrerebbe di no. La speranza è che l’intelligenza e lungimiranza abbiano la meglio e che si riesca a vedere un po’ di luce da questo tunnel buio di progetti scellerati che in questi ultimi anni hanno mortificato il Parco Nazionale del Pollino.
La realizzazione della Centrale a biomasse sarebbe un colpo mortale per l’economia e per la vita stessa della valle del Mercure.
[Per i Lupi dell’Appennino Annamaria Lodato ]