Il Consiglio europeo ha predisposto una bozza di decisione propedeutica all’adozione del protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere, trattato ‘figlio’ della Convenzione sulla protezione dell’ambiente marino e del litorale del Mediterraneo (la Convenzione di Barcellona firmata a Barcellona nel 1976, modificata nel 1995 ed entrata in vigore il 9 luglio 2004). Si tratta di un trattato quadro creato per contribuire a garantire lo sviluppo sostenibile delle zone costiere del Mediterraneo. Le zone costiere mediterranee continuano infatti ad essere interessate da formidabili effetti e pressioni ambientali: un’ intensa urbanizzazione, che comporta una perdita graduale di zone naturali e di biodiversita’, erosione e inondazioni che colpiscono le zone costiere basse sono aggravati dalla pressione e demografica urbana nei litorali e nelle pianure alluvionali. Si tratta di uno stato di crisi che minaccia di essere aggravato dal previsto raddoppio dei flussi turistici, dalla crescita dei trasporti e dall’incremento dell’edificazione che entro il 2025 potrebbe interessare quasi il 50% dei litorali, rispetto al 40% nel 2000. Secondo l’Ue si tratta di problemi che devono essere affrontati con un ”approccio piu’ concertato e integrato” cosi’ come vuole la Convenzione di Barcellona che impone alle parti contraenti di promuovere la gestione integrata del litorale, tenendo conto della tutela delle aree di interesse ecologico e paesaggistico e dell’uso razionale delle risorse naturali. I negoziati per l’adozione del protocollo sono iniziati nel 2006 e hanno portato alla sua adozione del protocollo il 21 gennaio 2008 a Madrid in occasione della Conferenza dei plenipotenziari. Il protocollo e’ stato approvato a nome della Comunita’ europea, con riserva di successiva conclusione. Tutti gli Stati membri dell’Ue che sono parti contraenti della Convenzione di Barcellona lo hanno gia’ sottoscritto, fatta eccezione per Cipro. Ora le parti contraenti sono invitate a ratificare il protocollo affinche’ possa entrare in vigore quanto prima possibile. Si tratta di un accordo quadro che prevede un’ampia gamma di misure che dovranno essere attuate a diversi livelli dell’amministrazione, nel rispetto dei principi di sussidiarieta’ e di proporzionalita’. E che da’ incarico agli Stati membri di decidere soprattutto sulle misure di salvaguardia per la conservazione dell’integrita’ degli ecosistemi, dei paesaggi e della geomorfologia del litorale; e sull’eventuale istituzione di di zone soggette a divieto edilizio.[Fonte:Ansa]