Il WWF ha presentato le osservazioni all’istanza dell’ ENI riguardo il permesso di ricerca Li Foi che ricade su un’area di 140,88 Kmq nei comuni di Baragiano, Potenza, Picerno, Ruoti, Pignola, Tito, Savoia di Lucania, chiedendo all’Ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata di respingere l’istanza o quanto meno di disporre che il progetto sia sottoposto alla procedura di VIA. L’area infatti è sottoposta a numerosi vincoli ambientali e paesaggistici, in quanto è caratterizzata da una parte da notevoli emergenze naturalistiche ed ambientali e dall’altro da notevole fragilità geologica con un rischio frane da medio a elevato. L’area oggetto del permesso contiene al suo interno l’area SIC Monti Foi e dista solo 150 mt. dalla Riserva regionale ed Oasi WWF del lago di Pignola. Da ciò una prima considerazione: può essere anteposto l’interesse della compagnia petrolifera in questione alla sommatoria degli interessi collettivi protetti dalla vigente legislazione che ha causato l’apposizione non di uno ma di tutta la serie di vincoli sopra indicati? A parere di questa associazione la risposta non può che essere negativa. Il rilascio di parere positivo all’istanza di ricerca presentata dall’ENI, può aprire la strada ad un’attività di estrazione di idrocarburi sicuramente in contrasto con quei valori che le suddette normative hanno inteso tutelare.
L’attività di ricerca di idrocarburi configge poi con la volontà delle amministrazioni locali (comuni di Baragiano, di Potenza, di Picerno, di Ruoti, di Pignola, di Tito, di Savoia di Lucania) che hanno più volte espresso pubblicamente la loro contrarietà alle suddette attività per i loro effetti negativi sull’ ambiente e sulla salute dei cittadini e perché palesemente in contrasto con le politiche di valorizzazione integrata dei beni paesaggistici/ambientali che gli enti locali dell’area hanno nel corso degli anni individuato e perseguito.
Un’altra considerazione da farsi, non meno rilevante, è che sul territorio lucano insistono già da tempo numerose altre attività di estrazione di idrocarburi che hanno provocato danni gravi agli ecosistemi provocandone un sensibile depauperamento in termini di flora e fauna. Più precisamente ad oggi, dai dati presenti sul sito dell’Unmig, le attività di ricerca ed estrazione petrolifera interessano circa il 60 % del territorio regionale con 14 istanze di permessi di ricerca, 12 permessi di ricerca già concessi, 22 concessioni di coltivazione valide. E’ evidente che ciò richiede una valutazione complessiva degli impatti che le suddette attività petrolifere possono comportare da un punto di vista ambientale ma anche socio economico sul Sistema Basilicata, per impedire che la concessione di singoli permessi, valutati prescindendo dal contesto generale, possa poi predeterminare una situazione fortemente pregiudizievole per tutte le altre risorse territoriali.
In realtà una scelta politica chiara e ferma contro nuove estrazione petrolifere è quanto mai necessaria oggi vista la vergognosa proposta del Governo Monti di sostanziale liberalizzazione delle attività petrolifere contenuta nel decreto sulle liberalizzazioni che se approvata così come riportata dalla stampa, lascerebbe campo libero alle multinazionali del petrolio esautorando di fatto le Regioni nei loro poteri autorizzatori e di controllo. Il WWF chiede perciò alla classe politica locale di non farsi abbagliare dalle promesse di maggiori royalties o di investimenti infrastrutturali e di impedire che il territorio lucano, e con esso la salute dei cittadini, sia definitivamente svenduto all’industria petrolifera, come sta facendo il Governatore Vendola nella vicina Puglia.
Per sostenere queste ragioni, anche il WWF Basilicata aderisce alla manifestazione nazionale “No trivella Day- Si alle rinnovabili no al petrolio”, organizzata dal WWF e da altre organizzazioni per domani sabato 21 gennaio a Monopoli per mobilitare tutti, cittadini ed amministratori, contro i diversi progetti di estrazione di idrocarburi già in cantiere e ritenuti estremamente pericolosi.