Winderness, “orsi domestici, una sconfitta fatta passare per un successo!”
Notiziedaiparchi pubblica l’intervento di Aldo Zunino, segretario nazionale dell’Associazione Wilderness in merito alcuni aspetti salienti in materia di fauna conn lo scopo di suscitare un dibattito sul ruolo delle aree protette in Italia. Un tema che molti considerano obsoleto. Ecco l’intervento:
“Ormai ogni anno siamo rassegnati (noi ambientalisti) alle notizie in merito alla presenza di orsi sempre più addomesticati, sempre meno timorosi della presenza dell’uomo. Una sconfitta per chi ha veramente a cuore la sopravvivenza della residua popolazione abruzzese della specie Orso bruno, ma una sconfitta che molti considerano un successo, per l’attrazione turistica che suscitano. Addirittura una sconfitta per quei ricercatori che sognano di “rinselvatichire” tutti gli orsi del Parco Nazionale d’Abruzzo “sottraendo” loro coltivazioni e greggi di pecore. Sì, è proprio così, mentre il movimento Wilderness sta cercando di far riprendere la coltivazione di campi di granoturco in alcune zone marginali dell’habitat di questa specie (anche con l’aiuto dell’Ente Parco), gli studiosi sognano di far ritornare alla natura selvaggia gli orsi del Parco, potendo disporre, questi animali, loro sostengono, di una grande quantità di risorse alimentari naturali (cosa che lo scrivente già segnalò 40 anni or sono, ma convinto anche dell’importanza di continuare a lasciare agli orsi campi di granoturco e pecore, risorse “artificiali” alle quali essi sono abituati da migliaia di anni). Ora siamo noi a dirlo: siamo in Abruzzo, non nello Yellowstone! Nel volgere di poco meno di un mese, sono già tre le notizie andate sulla stampa locale ed anche nazionale, di questi orsi domestici (“problematici” li definiscono gli studiosi, i quali sembrano non porsi il problema del come mai siano tali!), prima in Valle di Rio del Comune di Alvito, poi nella solita Scanno abruzzese (con un servizio andato in onda pochi giorni or sono sui canali TV nazionali), l’altro ieri a S. Donato Val Comino, sempre nel frusinate. Tutti articoli e notizie laudative, volte ad evidenziare l’aspetto turistico in una luce animalistica, quella dell’orso buono, “concittadino per abitudine”, come ne ha scritto un giornale, che va a mangiare sotto casa dove ogni sera qualcuno gli prepara anche “una sorta di banchetto”! E’ così che porteremo all’estinzione questa popolazione di animali selvatici, parte uccidendoli per rivalsa a causa di danni non indennizzati, o non indennizzati equamente, parte rendendo individui sempre più domestici per cui alle vallate e foreste del Parco stanno sempre più preferendo quelle affatto selvatiche del Frusinate o del Fucino, dove ancora l’agricoltura e florida, quindi mettendoli anche a rischio di incontri notturni con malintenzionati, o di collisioni con automobili. Chi non ricorda le lodi per questi addomesticamenti proferite dall’allora Presidente del Parco Fulco Pratesi? Si era all’inizio del processo. Le autorità avrebbero dovuto capire che si trattava di un segnale d’allarme negativo; invece si intestardirono a consideralo un utile balocco per turisti, pensando solo a proseguire gli ennesimi conteggi e gli ormai inutili studi di biologia, senza nulla fare di serio per invertire quella tendenza negativa. Sono trascorsi altri anni, e non sembra che le cose siano molto cambiate. Si rassegnino gli ambientalisti, le genti d’Abruzzo, del Lazio e del Molise, presto leggeremo su giornali della morte dell’ultimo orso marsicano. Poi qualcuno si chiederà, e ci dirà: come è stato possibile sterminare un’animale tanto pacioccone e domestico?! [Murialdo, 5 Luglio 2010 – F.to Franco Zunino]