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Pressioni antropiche minacciano le Zone Ramsar in Basilicata

Si è celebrata la “Giornata Internazionale delle Zone Umide”, ricorrenza che ricorda la firma della Convenzione di Ramsar, il 2 febbraio del 1971, per tutelare a livello globale questi habitat.In Italia vi sono 56 Zone Umide di Importanza Internazionale (vedi mappa)

Fino agli anni ‘50-‘60 queste zone venivano sistematicamente bonificate, per eradicare la malaria; considerate paludose venivano prosciugate con i fondi della riforma fondiaria. Ma la biodiversità nelle zone Ramsar è invece elevatissima; molte specie di piante si trovano esclusivamente in queste aree, endemismi e specie floro-faunistiche rare e minacciate. Rappresentano aree di sosta, in cui gli uccelli si riposano, si nutrono, per poi continuare la loro migrazione e la nidificazione.

In Basilicata sono state individuate e censite due Zone Umide di Importanza Internazione: la Riserva Naturale Regfionale Lago di Pignola, in Provincia di Potenza e l’Oasi Lago di San Giuliano, a poca distanza da Matera.

Per queste Zone, gestite attualmente dal WWF Italia in base a convenzioni con le proprietà delle aree riconosciute anche a livello istituzionale Provinciale e Regionale, esistono problemi legati agli impatti antropici, con progetti che rischiano di comprometterne le pecularità ambientali riconosciute a livello internazione in base alla Convenzione Ramsar.

Per il Lago di Pignola, ad esempio, si vorrebbe consentire un accesso incontrollato, eliminando la recinzione che nel tempo si è completamente integrata e naturalizzata con la copertura di siepi e piante che hanno protetto l’area e mitigato le pressioni.

Un progetto, questo, che mira a rendere inefficaci le misure di salvaguardia dagli impatti antropici e insediativi, che nell’area sono sostenuti da pressioni speculative che mirano a vanificare le politiche di conservazione attuate negli ultimi decenni da enti pubblici e da associazioni di protezione della natura.

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