Tutti i nulla osta del Parco su www.dolomitipark.it. La legge nazionale sulle aree protette regolamenta le attività all’interno dei parchi. Alcune sono sempre vietate, come ad esempio la caccia; altre sono incentivate, come il restauro delle vecchie casere o l’alpeggio estivo. Per svolgere alcune delle attività consentite (come il taglio del bosco, il restauro di edifici, la ricerca scientifica) è necessario chiedere un “nulla osta” al Parco, che verifica se l’intervento è compatibile con le esigenze di tutela della natura e del paesaggio. Una delle convinzioni più diffuse, e più sbagliate, sul Parco è quella secondo cui il rilascio del nulla osta sia una procedura lunga e complessa, che si conclude spesso con un diniego: niente di più falso. Per dimostrarlo il Parco ha messo a punto un sistema informatizzato di analisi statistica dei nulla osta rilasciati tra il 1999 e il 2009, che ha restituito dati molto interessanti, che qui riassumiamo. Negli ultimi 10 anni sono stati richiesti al Parco 1423 pareri di nulla osta. In 1373 casi (pari al 97% del totale) il Parco ha dato parere favorevole allo svolgimento dell’attività. Solo in 50 casi su 1423 (un esiguo 3%) l’attività non è stata consentita.
Interessanti sono anche i dati sui tempi di risposta. La legge prevede, in questi casi, un periodo di 60 giorni, trascorsi i quali scatta il “silenzio assenso”. In 10 anni il tempo medio di risposta dell’Ente Parco è stato di 29 giorni (meno della metà di quanto previsto dalla legge) e non si registra nessun caso di silenzio-assenso. Analizzando più in dettaglio i dati si nota che tutte le richieste per svolgere attività agricole (9), di alpeggio (118) o di taglio del bosco (258) sono state accolte favorevolmente. Le domande per interventi edilizi di ristrutturazione o per la realizzazione di infrastrutture (ad esempio acquedotti, reti telefoniche, reti elettriche) sono state, in dieci anni, 464. Ne sono state autorizzate 443 (il 95%) e solo 21 non hanno avuto il nulla osta. Altri pareri negativi riguardano il transito con armi (4 pareri negativi su 61 richieste), il sorvolo con mezzi aerei (12 negativi su 166) o il transito con mezzi motorizzati (negato in 4 casi su 60). Le ricerche scientifiche sono una delle principali attività dell’area protetta. Molte sono realizzate direttamente dal Parco, ma numerosi sono anche gli studi condotti da enti di ricerca e Università, che prima di procedere devono chiedere il nulla osta. In dieci anni sono state chieste 126 autorizzazioni per realizzare studi (più di una ricerca al mese): 120 sono state realizzate e solo in 6 casi (il 5% del totale) il parere è stato negativo, perché lo studio comportava rischi di danno all’ambiente. Un’ultima analisi riguarda i soggetti che richiedono al Parco l’autorizzazione a svolgere attività al suo interno. Su 1423 richieste 454 sono arrivate da Enti (32%), 240 da Associazioni (17%) e 729 (51%) da privati. I primi hanno ricevuto 442 pareri favorevoli (97%), le associazioni 225 (94%) e i privati 706 (97%).
Tutti questi dati sono disponibili sul sito internet del Parco www.dolomitipark.it, alla pagina “albo dell’Ente – nulla osta”. Qui è possibile trovare anche il dettaglio dei nulla osta rilasciati in ogni Comune del Parco. “Questi dati parlano chiaro – ha dichiarato il Direttore del Parco, Nino Martino – e smentiscono definitivamente chi sostiene che il Parco vieta tutto. Il Parco non ingessa il territorio, ma lo gestisce in modo corretto. Consente, infatti, le attività umane rispettose dell’ambiente (l’alpeggio, il turismo, il corretto taglio del bosco) e proibisce o disciplina solo gli interventi che hanno un effetto negativo sulla conservazione degli habitat naturali e della biodiversità che ospitano.
La trasparenza amministrativa è uno dei nostri principi guida – ha proseguito il Direttore – per questo abbiamo reso disponibili sul sito web i dati statistici sui nulla osta rilasciati. Il Commissario straordinario dell’Ente Parco, Benedetto Fiori, ha dichiarato: “avvicinare sempre di più il Parco ai cittadini bellunesi è un impegno politico per me molto sentito, credo che azioni di coinvolgimento della popolazione e delle associazioni, oltre che delle istituzioni, non possano che rafforzare il ruolo del parco e la condivisione dei suoi obiettivi tra la gente.” [Fonte: P.N. Dolomiti Bellunesi]