Parco Nazionale M.Sibillini: consegnate le recinsioni elettrificate per la difesa degli allevamenti
Sono state consegnate ieri a Visso, presso la sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dodici recinzioni elettrificate ad altrettanti allevatori del territorio; la consegna delle recinzioni è una delle attività previste dal Life EX-TRA, progetto che mira alla conservazione di particolari habitat e specie di interesse comunitario, in particolare, i grandi carnivori come lupo ed orso. A tal fine, il progetto prevede anche azioni volte alla partecipazione dei diversi portatori di interesse del territorio e alla mitigazione dei conflitti tra gli allevatori e i grandi carnivori.
Le 12 recinzioni consegnate sono studiate per la protezioni di pecore e capre; sono alimentate esclusivamente da un piccolo pannello solare collegato ad un accumulatore: ciò permette di mantenere l’impianto sempre attivo senza, quindi, avere periodi di interruzione di corrente necessari al ricarico delle batterie che, in tal modo, non dovranno neanche essere trasportate.
Gli allevatori che hanno beneficiato dell’uso delle recinzioni sono stati individuati in base al numero delle denunce per richiesta di indennizzo presentate negli ultimi tre anni e al numero di capi morti all’interno degli stazzi. La partecipazione attiva tramite il coinvolgimento diretto degli allevatori è uno dei punti cardine di questo progetto che prevedo molti elementi innovativi e, proprio per questo, è stato valutato molto positivamente dalla Commissione Europea.
E’ prevista, inoltre, la consegna di altre tre recinzioni adatte alla protezione delle arnie dall’orso; al contrario delle altre, queste verranno consegnate solo dopo l’accertamento di eventuali danni che questa specie dovesse arrecare. Nel parco risulta presente un solo esemplare di questa delicatissima specie che, quindi, merita assoluta attenzione e speciali misure di tutela e protezione.
Giova, infine, ricordare che la naturale espansione del lupo in tutto l’Appennino e in parte nelle Alpi non è attribuibile a progetti di reintroduzione – che non sono mai stati realizzati nel territorio europeo – ma, piuttosto, al mutamento delle condizioni ambientali e alle misure di protezione perseguite dalle istituzioni dagli anni Novanta in poi.