OLA | PIANO ENERGETICO IN BASILICATA INSOSTENIBILE E SCHIZOFRENICO
Le previsioni energetiche contenute nella bozza di PIEAR (Piano di
Indirizzo Energetico Ambientale Regionale) sono sovradimensionate rispetto all’effettivo fabbisogno energetico regionale ed insostenibili dal punto di
vista ambientale. La Ola, Organizzazione Lucana Ambientalista, coordinamento apartitico di associazioni e comitati dei cittadini e l’Associazione Ambiente e Legalità, dalla lettura della bozza del Piano Energetico, evincono scenari energetici ed ambientali improntati su una programmazione schizofrenica che ipotizza un forte incremento della produzione di energia, sia per quanto riguarda le fonti convenzionali, sia per le cosiddette fonti alternative con possibili negativi impatti ambientali e sulla salute dei residenti.
La programmazione energetica regionale appare non supportata da dati reali, ove si analizzino i trend demografici e quelli produttivi regionali. Con una popolazione residente in forte decremento, mediamente 500-700 abitanti
all’anno con 590.000 abitanti residenti, la Basilicata presenta una struttura della popolazione concentrata sulle fasce anziane con un sistema produttivo industriale in forte crisi strutturale ed occupazionale. A fronte di una conclamata decrescita, confermata dalle statistiche elaborate dal GSE (Gestore Servizi Elettrici) riferite ai bilanci di energia
2004-2005, in calo sia in termini di GWh sia di ktep, con un trend negativo di consumi energetici rispetto a quello italiano nei diversi settori civili, industriali ed agricoli, il PIEAR non entra nel merito dei veri motivi della
ipotizzata crescita della domanda energetica regionale. Secondo altre analisi, più verosimili di quella regionale, la crescita della domanda è invece dovuta ad un allineamento strutturale energetico della Basilicata alla media italiana e non alla crescita del sistema produttivo locale, così come il PIEAR vuol fare intendere. Esiste infatti una sproporzione tra il numero di megawatts previsti dal PIEAR ed i fabbisogni energetici reali regionali. Infatti il PIEAR ipotizza centrali di produzione energetica (convenzionali e da fonte alternativa al petrolio) pari a circa 3.900 MW ai quali vanno aggiunti gli oltre 200 MW già installati. Dall’analisi dei fabbisogni ipotizzati dal PIEAR esiste la tendenza ad assecondare una domanda di crescita di produzione energetica finalizzata solo a rispondere al profitto delle società multinazionali e di quelle energetiche in assenza di un piano industriale regionale. Basti considerare l’eolico con i suoi 1.161 MW di potenza installabile previsti dal Piano. Questa fonte coprirebbe, secondo il PIEAR,
il 60% del totale previsto per le fonti alternative Sconcerta come il PIEAR preveda per l’eolico potenze addirittura superiori al “Position Paper” del Governo che indicava in 760 i MW installabili in Basilicata. Potenze queste ultime già giudicate non sostenibili dal punto di vista degli impatti ambientali, considerando che l’eolico si concentra prevalentemente sui crinali montuosi ed ambiti protetti. Verrebbe da chiedersi come mai le previsioni della Regione Basilicata invece quasi raddoppino i megawatts previsti dal governo per l’eolico (considerando anche la potenza già
installata). IL PIEAR appare fortemente carente, oltre che dal punto di vista dei bilanci energetici anche nella disamina degli impatti ambientali che le diverse fonti di energia (eolico, biomassa, idroelettrico e solare) hanno sull’ambiente naturale e sulle comunità. Un piano nella sostanza preconfezionato da e per gli interessi esclusivi delle onnipresenti lobby dell’energia. E’ inaccettabile da questo punto di vista la previsione del bilancio energetico complessivo al 2020 del PIEAR, allorquando ipotizza una esportazione di energia prodotta superiore di ben oltre 8 volte i consumi finali in Basilicata con la creazione di un distretto energetico dichiaratamente gestito dalle multinazionali petrolifere. Mentre dal cilindro del governo Berlusconi spuntano fuori le mega centrali in Val Basento (Salandra, Pisticci ed Irsina) e dal cappello dell’ENI e della FIAT nuove centrali termoelettriche a Viggiano e San Nicola di Melfi. dai “kefiah*” *(copricapo arabo) della politica regionale, spuntano fuori i megawatts per le energie alternative che dovrebbero essere compensate dalle royalties; briciole di una torta le cui fette verranno divorate
dalle società produttrici di energia, sull’esempio di ciò che già accade per il petrolio ed il gas in Basilicata che solo ora la SEL scopre di non poter gestire, dopo aver favoleggiato sull’accordo del gas estratto dalla Total a Tempa Rossa. La Ola e l’Associazione Ambiente e Legalità avrebbero auspicato, per la redazione del PIEAR, un vero confronto con la società civile, con le associazioni ed i cittadini lucani che invece si trovano di fronte ad una ennesima programmazione “a scatola chiusa” per scelte future calate dall’alto che non considerano i veri bisogni e la domanda energetiche delle aziende locali. Avremmo auspicato un PIEAR non condizionato dalla giustizia amministrativa dei TAR e dalle lobby energetiche ma improntato sul risparmio energetico, sulla razionale distribuzione di piccoli centri di produzione energetica, tendente a produrre “reti corte” di distribuzione per minimizzare le perdite e gli impatti ambientali con un uso davvero sostenibile delle risorse coinvolte e il risparmio dell’uso di suoli, rispettando le vocazioni e la salute dei residenti. Si pensi invece al depauperamento futuro delle foreste per produrre combustibili per le centrali a biomasse che in seguito funzioneranno con il CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti), all’uso indiscriminato e distruttivo dell’idroelettrico lungo corsi d’acqua nei parchi, all’eolico selvaggio disseminato ovunque sulle nostre montagne, alla nuova speculazione fondiaria sui terreni agricoli sottratti alla produzione attraverso concessioni energetiche. Si pensi agli stessi meccanismi di autorizzazione per piccoli impianti introdotti in modo scellerato in III Commissione presieduta dall’ex verde Francesco Mollica ed addirittura riproposti nella finanziaria regionale per favorire il “far west “delle speculazioni energetiche dei procacciatori d’affari da domani pagate con i soldi dei contribuenti. Con una semplice DIA (Dichiarazione di Inizio di Attività) infatti sarà
possibile realizzare impianti avente potenza di 1 MW, quando la finanziaria dell’ex governo Prodi limitava la DIA per impianti con soglie di 20 KW per il solare, 60 KW per l’eolico, 100 KW per l’idroelettrico e 200 KW per le biomasse, potenze queste più consone ad integrare il reddito delle aziende ed i bilanci familiari. Si pensi infine alle mega centrali termoelettriche, ai mega stoccaggi di gas, ai mega termovalorizzatori ai quali si aggiungeranno inceneritori e cementifici che potranno produrre energia dai rifiuti. Ci saremmo aspettati nel PIEAR una valutazione seria delle
emissioni dei gas serra reali e potenziali, degli inquinamenti sulle falde idriche prodotti dalle ricerche di idrocarburi in Basilicata in forte deficit dal punto di vista delle emissioni fossili inquinanti. Evidentemente ai nostri mministratori queste considerazioni non interessano. Essi con la programmazione del PIEAR preferiscono rinnovare la sudditanza e la dipendenza dai poteri forti dell’energia. Gli stessi poteri che hanno trasferito a Viggiano, con il distretto dell’energia, la sede del governo regionale, relegando presso il palazzo di Potenza quella del “governo ombra”, ormai incapace di decidere in autonomia il futuro della regione.[Fonte: OLA – Organizzazione Lucana Ambientalista]