OLA | CENTRALE A BIOMASSA DI STIGLIANO(MT), LA REGIONE DIA SPEGAZIONI
Con Delibera n.53 del 6 maggio 2009 l’Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas ha accolto – ai sensi dell’art.15, comma 2, del Decreto Legislativo n.79/99, come modificato dall’art.34 della Legge n.273/02 – l’istanza della SpA “Carlo Gavazzi Green Power”, titolare del progetto per la realizzazione della centrale a biomasse di contrada Acinello di Stigliano (Matera). La multinazionale milanese – ricorda la Ola – aveva ottenuto la sospensiva dal TAR Basilicata di una Delibera Regionale che limitava la potenza dell’impianto a 13 MW, che attualmente è invece pari a 40 MW. Per non rinunciare agli incentivi di cui all’art.3, comma 7, della Legge n.481/95 – è quanto si legge nella delibera dell’AEG – la “Carlo Gavazzi”, in data 20 marzo 2009, ha presentato all’Autorità per l’Energia ed il Gas, anche sulla scorta di una sentenza favorevole del TAR Lombardia “la richiesta unitamente all’autorizzazione necessaria alla costruzione dell’impianto non ancora in esercizio, pena la decadenza da ogni diritto alle incentivazioni medesime”. In proposito la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – chiede di conoscere dall’Assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, a quale autorizzazione faccia riferimento la Delibera n.53 dell’Autorità dell’Energia e del Gas dal momento che non risulterebbero essere state rilasciate nuove autorizzazioni regionali e le precedenti risulterebbero già scadute, nonostante la potenza dell’impianto eccederebbe il fabbisogno previsto dal piano energetico in fase di approvazione. La centrale a biomassa della “Carlo Gavazzi Green Power” insiste su un territorio vocato ad attività agricole e turistiche che verrebbero messe in pericolo dall’entrata in esercizio dell’impianto. Inoltre, la stessa non offrirebbe garanzie sulla provenienza e natura futura del combustibile da utilizzare pari ad oltre 400 mila tonnellate di legno vergine non reperibile in loco, pena la deforestazione di ampie superfici forestali rientranti – secondo le prescrizioni previste nel PIEAR non ancora approvato dal Consiglio Regionale della Basilicata – nell’ampio raggio di 70 Km. Verrebbero pertanto inclusi anche i boschi del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane ed altre superfgici forestali protette da leggi regionali e nazionali. Per la Ola c’è il rischio che l’impianto possa dunque funzionare successivamente anche con il CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) pregiudicando così il già fragile equilibrio del territorio.[Fonte: Ola- Organizzazione Lucana Ambientalista]