Nuova stazione di betulla pendula nel sud Italia
Una nuova stazione di Betula pendula nel parco nazionale dell’Appennino Lucano (Basoilicata). La bella notizia è il frutto dell’escursione fatta in territorio di Brienza il 21 Agosto 2011 dal Naturalista Adriano Castelmezzano di Matera alla ricerca di nuovi sentieri e località da scoprire nella mia terra lucana. L’unica stazione ufficialmente riconosciuta era quella di Camporotondo in territorio di Paterno, sempre ai confini con la Campania lungo le montagne che fanno da spartiacque tra le due regioni e dei quali i popolamenti lucani rappresentano ecologicamente la naturale prosecuzione. Questo albero rarissimo nella nostra regione e la cui presenza è stata accertata solo recentemente, è presente in alcune località dell’Appennino campano e sull’Etna, e costituisce un prezioso relitto delle glaciazioni quaternarie. Pianta eliofila e microterma (cioè adatta ad ambienti aperti ma freddi), ha notevoli esigenze di acqua ma riesce con l’apparato radicale molto sviluppato a vivere su suoli molto poveri ed in aree nude e rocciose al margine dei boschi (soprattutto faggete da noi). Dotata di una carattertistica corteccia biancastra che si sfalda in strisce orizzontali, possiede belle foglie di forma romboidale e dal margine seghettato ed una chioma leggera ed aperta. La betulla, tipica pianta pioniera, ha rapido accrescimento ma longevità abbastanza limitata, legno molto duro ma poco resistente all’acqua una volta tagliato, utilizzato soprattutto per lavori al tornio, per ricavarne pali e pannelli per compensati. Molteplici sono gli usi che soprattutto i popoli nordici fanno di questo albero, in particolare dalla corteccia incidendola si ricava una linfa molto ricca in zuccheri che dopo opportuna fermentazione, è utile alla produzione di birra ed aceto. Sempre dalla corteccia si estrae un olio usato nella concia delle pelli ma molti sono anche gli usi in erboristeria per i quali si utilizzano gemme, foglie e cortecce, tutti dotati di svariate proprietà: antisettiche, cicatrizzanti e sudorifere. Curiosità, la corteccia veniva utilizzata dagli antichi romani per rivestire i fasci littori, simbolo del potere e della somministrazione della giustizia. Anche l’attrezzatura di Oetzi, la mummia ritrovata sui ghiacci alpini dell’Alto Adige, era formata da alcuni contenitori composti da corteccia di betulla.[Fonte: Seguiilsentiero]