AmbienteParchi

No alle trivellazioni petrolifere nel mare pugliese

tremiti”Continua l’assalto delle trivelle petrolifere ai mari italiani, con la piena complicita’ del ministero dell’Ambiente”: lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, sottolineando che ”l’ Adriatico, in particolare, pare ormai destinato a tramutarsi in una sorta di Mar del Nord, con uno skyline caratterizzato da piattaforme petrolifere a poche km dalle coste: sara’ ancora la compagnia petrolifera Petroceltic, sulla scorta del parere positivo dell’ufficio ‘Via’ del ministero dell’Ambiente e malgrado il no della Regione Puglia, a sondare il mare tra il Gargano e le Isole Tremiti alla ricerca del petrolio”. ”La Petroceltic Elsa – continuano gli esponenti Ecodem – oltre a ricevere parere positivo dal ministero dell’ambiente per sondare il mare davanti al lago di Lesina, a 12 chilometri dalle Tremiti e a 11 dalla costa, intende avviare ricerche petrolifere anche nell’area a 7,8 chilometri dalla foce del Fortore e a 4,5 dall’arcipelago paradiso dei sub di fama internazionale, per una superficie complessiva di 528 chilometri quadrati. Se la prima richiesta e’ in dirittura d’arrivo, mancando solo la firma del ministro, per la seconda non e’ stato ancora espresso un parere dell’ufficio Via, ma l’escalation impressionante che si e’ avuta negli ultimi anni coi Governi Berlusconi, dal 2001 al 2006 e dal 2008 a oggi non lascia presagire un esito diverso. Infatti sono ben 17 le attivita’ autorizzate nei nostri mari per l’estrazione o la ricerca di petrolio, e coinvolgono 7 regioni”. Per i due senatori Pd, ”il tratto di Mar Adriatico di fronte alle coste pugliesi e abruzzesi sembra essere quello che attira maggiormente le attenzioni delle compagnie petrolifere, in gran parte straniere, sebbene il petrolio del basso Adriatico sia di cattiva qualita’: e’ bituminoso, ha un alto grado di idrocarburi pesanti, e’ ricco di zolfo”. ”I potenziali giacimenti sotto l’Adriatico – concludono – non sono certo cosi’ ricchi da poter in alcun modo influire sull’indipendenza energetica del nostro Paese, e dunque non porteranno nessun vantaggio economico ai cittadini. Quello che causerebbero e’ invece un danno enorme in termini ambientali, e a farne le spese sarebbe in primo luogo il turismo, che riceverebbe un colpo durissimo se di fronte a coste bellissime sorgessero mostri di acciaio che spingono sulle rive bitume e catrame”. (ANSA).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *