Ambiente

NO A PIATTAFORME PETROLIFERE NEL GOLFO DI TARANTO

piattaforma_petroliferaUn ennesimo, gravissimo attacco all’ambiente è la malasorte che si prospetta se verrà accettata la richiesta avanzata dall’Eni al Ministero dello Sviluppo Economico, di compiere trivellazioni nel Mar Grande di Taranto, al fine di ricercare giacimenti di idrocarburi. La sete di petrolio alimenta le mire espansionistiche della multinazionale energetica Eni, che già da tempo ha trovato segnalazioni sui media internazionali per devastazioni ben oltre il territorio jonico, fino alla martoriata Nigeria. Devastazioni che, se venisse accolta la richiesta avanzata, colpirebbero un vasto tratto del mar Jonio: la zona individuata per compiere trivellazioni interesserebbe infatti  un “esteso specchio acqueo del Golfo di Taranto, immediatamente ad Ovest delle isole Cheradi, di oltre 515 chilometri quadrati, compreso fra le sponde Est ed Ovest dello Jonio” (di Tancredi, Tarantoggi – 13 luglio 2009).
Devastazioni che colpirebbero la fauna e la flora marina: la tecnica che verrebbe impiegata è quella delle “Air Gun” .
Questo metodo è conosciuto per avere effetti nocivi sui delfini, che per effetto di questa tecnica “perdono il senso dell’orientamento, subendo danni irreversibili all’apparato uditivo, finendo spiaggiati” (di Tancredi, Tarantoggi – 13 luglio 2009). Sugli effetti distruttivi della tecnica Air Gun, è intervenuta  anche l’AGCI Pesca- Ufficio Territoriale di Taranto che, in data 14 luglio 2009, inviando agli enti di ricerca una lettera per richiesta di informazioni approfondite, ha sottolineato le gravissime ripercussioni per l’equilibrio marino e per l’economia locale.
I mitilicultori e pescatori riuniti nella AGCI Pesca di Taranto scrivono, infatti, che l’uso dell’Air Gun (secondo fonti scientifiche ben documentate) potrebbe seriamente danneggiare la fauna ittica e provocare la diminuzione del pescato di oltre il 70% in un raggio di circa 40 miglia nautiche. La stessa tecnica se impiegata danneggerebbe inoltre anche la Poseidonia oceanica, presente nell’area interessata dalla ricerca, e che è inserita tra le specie caratteristiche di Habitat naturale di interesse comunitario e, dunque, specie da proteggere. Il Comitato per Taranto esprime, pertanto, forti preoccupazioni  per quello che potrebbe essere il destino del Mar Grande e di un’area di interesse ambientale comunitario (SIC), nel caso di risposta positiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Inoltre stando a quanto riportato nel ddl Sviluppo appena varato, il Governo ha ora la facoltà di rilasciare i permessi di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, mediante procedimento unico al quale partecipano le sole amministrazioni statali interessate, non coinvolgendo più come prevedeva la passata legge, le amministrazioni regionali e locali interessate (da un articolo di Farella, Tarantoggi – 13 luglio 2009). Sarà per questa ragione che Comune e Provincia di Taranto non sono state messe al corrente di questa richiesta? Riteniamo questa mancata comunicazione e informazione alle amministrazioni locali, un atto gravissimo che mina le basi di un sistema democratico, e chiediamo che per questa ragione si ripari agli errori commessi. Chiediamo dunque che sia i sondaggi – anche quelli non invasivi – che le autorizzazioni varie siano sottoposte a procedura di VIA, con la partecipazione attiva degli Enti locali e del pubblico interessato. Rivolgiamo, infine, un appello anche agli amministratori locali:
– al Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, come tutore della salute cittadina – al Presidente della Provincia di Taranto, ente che ha la delega ambientale – al Presidente della Regione Nichi Vendola ed all’assessore all’Ecologia, per le competenze nella gestione energetica (PEAR) e nella tutela delle coste affinchè prendano posizione in questa drammatica vicenda in nome dell’interesse di tutta l’area jonica, facendo  fronte comune contro questa violenza operata dagli organi centrali, nel nome del profitto di una multinazionale, a scapito della salute dei cittadini  e del bene collettivo. [Fonte: Comitato pert Taranto]

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