“Rivedere l’autorizzazione con cui il ministero dello Sviluppo economico ha concesso alla Società Po Valley una proroga di 16 mesi per continuare le operazioni preliminari di trivellazione alla ricerca di metano e petrolio nel Parco del Curone”. E” quanto chiede un ordine del giorno che la senatrice Daniela Mazzuconi (Pd), componente della commissione Ambiente, ha presentato insieme al collega Roberto Della Seta al disegno di legge del governo sullo sviluppo e l’energia in discussione al Senato in terza lettura.”Il provvedimento di proroga delle trivellazioni firmato dal ministro Scajola – sottolinea Daniela Mazzuconi – ha suscitato un grande allarme tra le amministrazioni e gli abitanti dei comuni del Parco del Curone. E’ grave che la Società Po Valley abbia ottenuto altri 16 mesi di tempo per ricercare petrolio e metano ed effettuare così altri studi e prospezioni in una delle aree più belle della Brianza, un parco naturale riconosciuto anche come sito di interesse comunitario, con caratteristiche ambientali di assoluto pregio. E’ strano tra l’altro che nessuna altra forza politica, nonostante le molte promesse fatte sul territorio, si sia preoccupata della questione, al punto che la Lega è arrivata, in commissione, a sottoscrivere il nostro stesso ordine del giorno. Con questo documento chiediamo al governo un impegno a rivedere l’autorizzazione concessa alla Società Po Valley a continuare la ricerca di idrocarburi, tenendo conto delle posizioni contrarie espresse dai Comuni di Missaglia, Montecchia, Olgiate Folgora, Perego, Rovagnate, Cernusco Lombardone, Lomagna, Osnago, Sirtori e Vigano, dalla Provincia di Lecco e dal Consorzio di gestione del Parco. Lo scopo è di tutelare un’area che rappresenta un polmone verde all’interno di una zona fortemente urbanizzata, considerando tra l’altro che questo Parco è una piccola ‘isola’ ecologica al centro della Lombardia, completamente scollegata dalla reti dei siti in cui si effettuano estrazioni petrolifere e di gas metano. Ricordiamo tra l’altro che, alcuni fa, non a caso, l’Agip non ottenne il permesso per realizzare un pozzo petrolifero nell’area della Fornace di Rovagnate: il progetto non venne autorizzato a causa dell’impatto ambientale. L’auspicio – conclude Daniela Mazzuconi – è che questo ordine del giorno possa essere approvato dall’Aula del Senato