[Ansa – 6 aprile 2010] Bracconaggio e alterazione dell’ habitat. Sono questi i rischi per la sopravvivenza della lontra nel Parco nazionale del Cilento in base a quanto e’ emerso dalle analisi effettuate su tre esemplari trovati morti tra ottobre e dicembre 2009 nel parco. Gli esami, eseguiti dalla facolta’ di Medicina Veterinaria di Teramo, hanno infatti accertato che i tre mustelidi, recuperati nei pressi di due affluenti del fiume Alento e di un corso d’acqua nella piana di Paestum, sono stati investiti, ma in uno dei tre e’ stata riscontrata anche la presenza di due pallini di piombo, sicuramente sparati da un fucile da caccia. Segnali questi che preoccupano gli esperti, poiche’ confermano la presenza del bracconaggio nei confronti di una specie a rischio di estinzione, ma anche modificazioni in atto nell’habitat naturale. ”La causa ultima di questi investimenti – hanno spiegato Manlio Marcelli e Romina Fusillo, esperti di ecologia e da anni impegnati nel Parco Nazionale del Cilento nella protezione della lontra – potrebbe derivare dall’alterazione o dal disturbo di origine antropica dell’habitat fluviale, che induce gli animali a comportamenti atipici, e ad esporsi al rischio di investimento. Inoltre, bisogna seriamente considerare la crescente urbanizzazione, soprattutto nelle aree contigue del Parco, e il problema del bracconaggio”. ”E’ necessaria – ha aggiunto il presidente del Parco Amilcare Troiano – la massima partecipazione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste per proteggere ancora di piu’ la lontra, la cui presenza nei nostri fiumi e’ tra le piu’ numerose del Mediterraneo a testimonianza dell’elevata valenza naturalistica e l’eccelsa qualita’ ambientale del nostro territorio”. (ANSA).