Otto associazioni (Associazione ambientalista “il riccio” – Castrovillari, Associazione “No alle discariche”-Castrolibero/Rende, Club Alpino Italiano – Sezione di Castrovillari, Forum “Stefano Gioia” delle Associazioni e dei Comitati calabresi e lucani per la tutela della legalità e del territorio, Italia Nostra – Pollino, Organizzazione Lucana Ambientalista, Pensieri Liberi Pollino Lungro- Castrovillari, Rete Difesa del Territorio – Franco Nisticò) – che si erano riunite nella settimana in cui divampava l’incendio che ha interessato anche i Pini Loricati, chiedono oggi le dimissioni del Presidente Pappaterra e di tutta la dirigenza del Parco del Pollino. «Il cuore del Parco Nazionale del Pollino – scrivono – è bruciato per troppi giorni; quei pini loricati che da settecento anni e oltre vegliavano sulle nostre splendide montagne si sono consumati come cerini, mentre uno spiegamento del tutto insufficiente di uomini e mezzi hanno tentato l’impossibile impresa dello spegnimento. L’iniziativa più seria e concreta per risolvere questa immane tragedia ambientale si è rivelata …la speranza nella pioggia!!! Che per fortuna, alla fine, è arrivata». Ecco perchè tutte insieme le associazione dicono «Basta! Questo ennesimo disastro annuale, forse il peggiore, qualcosa dovrà pure insegnare. Qualcosa dovrà suggerire per il futuro. Ma non un futuro lontanissimo, già per il prossimo anno. Non abbiamo più tempo». Le associazioni affermano che «è tempo di cominciare. A cambiare». E affermando che «sono ormai troppe le scelte sbagliate e le scelte non fatte da questo Ente. Non importa più, ormai, se si tratti di incapacità di programmazione e di intervento, di disattenzione, di mancanza di risorse, di scarsa o assente passione per la “mission” istituzionale. Importa che siamo di fronte all’ennesimo, gravissimo episodio di incapacità di governo e tutela del territorio. E dunque di fallimento istituzionale».
Per le associazioni del territorio calabro – lucano di «fallimento si tratta» e dunque «il gesto- dovuto!- sono le dimissioni. Non importa se motivate come gesto forte di protesta o come presa di coscienza della propria inadeguatezza, o come altro ancora. Importa che le dimissioni vengano irrevocabilmente presentate. Da parte di chi presiede l’Ente; da parte di chi lo dirige –si fa per dire- tecnicamente; da parte dell’intero Consiglio Direttivo che è stato evidentemente inadeguato nei consigli e assai poco efficace nella direzione». E non solo. Chiedono a grav voce che «se l’obiettivo è realmente la tutela, il governo, lo sviluppo del territorio del Parco, la scelta, per il futuro, cada su uomini che abbiano giuste motivazioni e comprovate capacità. Il discorso, che oggi è drammaticamente attuale per il Parco del Pollino, riguarda purtroppo anche le altre aree protette della Calabria e della Basilicata.
E’ una sfida forse più difficile del domare gli incendi, ma è anche così che si potrebbe aprire uno spiraglio di luce per il futuro della nostra terra».