E’ quasi una “chiamata alle armi” – armi pacifiche, beninteso – quella che oggi il Comitato Parchi lancia ai naturalisti e agli individui di buona volontà, che amano il proprio Paese … Sono in pericolo territorio, paesaggio, ambiente, natura, domina l’arrembaggio al consumo sfrenato delle risorse, allo spreco, alla crescita materiale fondata solo su cemento, petrolio e automobili, mentre procedono incontrastate la devastazione e la banalizzazione del Bel Paese. Un patrimonio straordinario dilapidato di pari passo con l’evidente declino sociale, economico, civile e culturale di una nazione, che nel più miope “analfabetismo ecologico”, sta allontanandosi dall’Europa. Segnali preoccupanti giungono non solo dal Mezzogiorno, ma anche dalla Maremma e dal Piemonte, mentre le nebbie che avvolgono il novantenne Parco d’Abruzzo – da qualcuno ormai definito “Parco di ville, condomini e vacche sacre” – non riescono a nascondere il clamoroso fallimento delle strategie di conservazione dell’Orso marsicano. Mentre il declino dei Parchi Verdi appare irreversibile, si tenta ora di cancellare il futuro dei Parchi Blu. Intanto l’ambientalismo, incerto e diviso, sta andando in frantumi. Meglio poi tacere del disastro di caccia, pesca, boschi e veleni in agricoltura, o delle mille pale eoliche e trivelle disseminate tra terre e mari … Tutto fuori legge e senza controllo, come può constatare chiunque sappia ancora viaggiare a occhi aperti, con la mente sgombra, e magari con taccuino e fotocamera. [Comitato Parchi]