Secondo il TAR Basilicata è stato corretto il commissariamento deliberato, nel dicembre del 2018, dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, del Parco nazionale dell’Appennino lucano. Il ricorso è stato giudicato infondato. «All’infondatezza della domanda di annullamento di Commissariamentoconsegue il rigetto della connessa domanda risarcitoria, fondata sul presupposto, non inveratosi, dell’illegittimità del commissariamento” degli ex membri del consiglio direttivo destituiti dal Ministro dell’Ambiente. Ma la vicenda del parco è tutt’altro che risolta. Attualmente è un sub Commissario a dirigere il parco su incarico dello stesso Ministro Costa Dopo l’ex Generale dei Carabinieri, Alfonso Di Palma, dimessosi dopo poco, e anche il secondo col quale è stata nominata Ilde Gaudiello, è attualmente in carica il sub Commissario Giuseppe Priore.
Decadono in primo grado i rilievi mossi dai ricorrenti dichiarati decaduti quali la non «leale collaborazione » tra Ministero e Regione Basilicata. Dai verbali dell’Ispettorato Generale di Finanza, era emerso, inoltre, che «il consiglio direttivo non aveva esercitato le attribuzioni e non ha adottato alcun atto nei confronti del direttore nonostante le illegittimità riscontrate dai servizi ispettivi e dalla competente Procura regionale della Corte dei Conti». Per questi e altri motivi il Tar ha respinto il ricorso contro il Commissariamento del Parco nazionale dell’Appennino lucano. Resta ancora in sospeso la questione del rinnovo dei componenti del Collegio dei Revisori dei Conti del Parco scaduti.