Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra su impianti eolici in Sardegna
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato (3 marzo 2010) al Capo del Compartimento marittimo di Cagliari formale atto di opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima cinquantennale per la realizzazione di una centrale eolica off shore progettata dalla Trevi Energy s.p.a. (Cesena) e composta da 33 torri eoliche alte 90 mt. sopra il pelo dell’acqua (16-30 mt. sotto il pelo dell’acqua + 30 mt. di fondazione monopalo), 99 MW di potenza massima (3 MW per torre eolica), piattaforma di trasformazione elettrica a mare (da 30 Kv a 150 Kv), cavo sottomarino (km. 10,2) con approdo sulla spiaggia di Giorgino e prosecuzione fino alla stazione ENEL sita nel Porto industriale di Cagliari, area di 9.556.926,00 mq. nel mare territoriale del Golfo di Cagliari, davanti al litorale compreso fra Giorgino e Su Guventeddu, nei Comuni di Cagliari, Capoterra, Sarroch e Pula (CA).
In pratica l’intero primo tratto occidentale del Golfo di Cagliari sarebbe destinato ad una vera e propria servitù eolica. Infatti, la realizzazione di una centrale eolica off shore su un ambito marino così vasto comporterebbe necessariamente l’interdizione di qualsiasi pubblico uso del mare, la pesca, la navigazione da diporto per lungo tempo, difficoltà per il traffico marittimo commerciale, con pesantissimi effetti negativi per la collettività, nonché sensibili interferenze con i flussi dell’avifauna migratrice.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, ricordando che tutti i progetti di centrali eoliche off shore recentemente presentati (ben sei, dal Sinis al Golfo di Oristano, dal Golfo degli Angeli al Golfo di Palmas) appaiono fuori da qualsiasi ipotesi della pianificazione regionale in materia, più dettati da esigenze speculative (es. certificati verdi) che da effettive necessità, ribadiscono la loro netta opposizione all’eolico selvaggio, avulso dalle caratteristiche peculiari del territorio interessato e dalle effettive necessità energetiche, ma determinato dalle pretese degli industriali del vento ai danni della collettività. In proposito era stata presentata in Consiglio regionale, a firma dell’on. Chicco Porcu (P.D.) e più, la mozione n. 24 del 7 ottobre 2009 per fermare gli speculatori del vento e, dopo ampia discussione, è stata trasformata nell’ordine del giorno n. 22 del 10 febbraio 2010 dando mandato alle Commissioni consiliari permanenti V e VI di proporre una risoluzione unitaria per vincolare le relative autorizzazioni alle effettive esigenze ed al rispetto ambientale.
parchi eolici in Sardegna
Però gli sviluppi dell’indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino che hanno portato a misure cautelari nei confronti del presidente dell’A.N.E.V. Oreste Vigorito insieme ad altri signori del vento nell’ambito di un’indagine penale per associazione a delinquere finalizzata a truffa in tema di contributi pubblici in favore di centrali eoliche (sequestrati sette parchi eolici, anche in Provincia di Sassari, a Ploaghe) dovrebbero portare a maggior prudenza e cautela nei confronti del proliferare incontrollato delle centrali eoliche. Da tempo si parlava delle speculazioni eoliche ed oggi emergono varie conferme. E questo accade grazie alla nuova deregulation avviata dal Governo Berlusconi con la legge n. 99/2009 e dalla Giunta Cappellacci con la legge regionale n. 3/2009: credibili come una moneta da 1 euro e 37 centesimi le grida di dolore e allarme provenienti da esponenti politici del centro-destra…
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra da La Nuova Sardegna, 3 marzo 2010
Pale eoliche, l’assalto al Golfo degli Angeli. “Fermiamo subito i miliziani del vento”, interrogazione urgente del deputato Mauro Pili.
CAGLIARI. L’assalto è cominciato. I miliziani del vento per dirla con le parole del deputato Mauro Pili, sono partiti alla conquista del Golfo degli Angeli, con i loro tappeti di pale eoliche. Vogliono tutto: dalla spiaggia di Giorgino fino a Pula, in tutto sedici chilometri. Troppi, esagerati. La macchina da guerra degli off shore, tutt’altro che allegra, si è messa in moto martedì mattina. È stato quando la Capitaneria di porto ha pubblicato su un solo quotidiano sui tre regionali (chissà poi perché) l’annuncio che “sono state avviate le procedure per autorizzare l’i nstallazione del primo impianto”. È quello della «Trevi Energy», sede sociale a Cesena, progetti anche in Puglia e Sicilia, che vuole tirar su, in mezzo al mare, a Giorgino e dintorni, trentatré torri, 120 metri ciascuna, su una superficie stimata intorno ai dieci milioni di metri quadrati. Letto l’annuncio, le reazioni sono state immediate e forti. «Siamo di fronte a un affronto politico e istituzionale senza precedenti», ha scritto il deputato del Pdl Mauro Pili, nell’interrogazione urgente presentata a tre ministri, all’ambiente, alle infrastrutture e ai beni culturali. «Non possiamo tollerare la presenza di questo mostro», ha rilanciato il consigliere regionale Chicco Porcu del Pd, in un comunicato che dice ancora: «Il blocco non può essere lasciato alla buona volontà delle sole amministrazioni comunali e dei comitati spontanei». Giusto, bisogna fare in fretta: i tempi per fermare l’assalto sono stretti. Entro la fine del mese, in Capitaneria, dovranno essere presentate per iscritto le “osservazioni ritenute opportune”, con l’ avvertenza che “superato questo termine, non sarà accettato nessun reclamo e si darà corso alle pratiche relative alla concessione richiesta”. Se non è un ultimatum davvero poco ci manca. Ecco il perché dell’interrogazione urgente presentata da Mauro Pili: «Questo assalto sconsiderato all’ambiente – si legge – dev’essere bloccato sul nascere. Il governo deve revocare immediatamente le procedure e impedire ai miliziani del vento di violare le più elementari norme di tutela ambientale, naturalistica, culturale e archeologica concentrate sul quel tratto di mare». Mauro Pili non ha dubbi: «Qui non siamo di fronte soltanto a un gravissimo schiaffo istituzionale, ma al brutale tentativo di deturpare la Sardegna, sfruttando a piene mani gli incentivi previsti dal piano eolico nazionale». La conquista del mare dev’essere respinta, i miliziani del vento vanno messi a tacere, sono le altre parole forti pronunciate dal deputato del Pdl, che nei mesi scorsi aveva già denunciato l’invasione e sollecitato l’intervento del presidente del Consiglio e dei ministri. «Adesso – dice ancora Pili – dobbiamo fermare quanti credono che la Sardegna e il suo mare siano luoghi di conquista». Sarà una difesa a oltranza, oggi è bi-partisan. Il progetto della «Trevi Energy» dev’essere bloccato dalla Regione, scrive in un comunicato il consigliere regionale del Pd, Chicco Porcu: «Ha tutti gli strumenti per intervenire visto che il Consiglio ha già fatto la propria parte, dichiarando con una legge il mar di Sardegna bene paesaggistico. La Regione può opporsi anche sul piano giudiziario, rivendicando le proprie competenze, come ribadito l’anno scorso dalla Corte Costituzionale nell’a ffermare che, in caso di dissenso da parte dei comuni, a decidere devono essere le Regioni». Reazioni dure e secche da qualunque parte provengano. «Non può essere altrimenti – dice Pili – certe provocazioni sono inaccettabili. Nessuno può permettere che questi signorotti del vento vadano avanti nella loro conquista forsennata e dissennata del Golfo degli Angeli». Sì, è un’invasione: sono addirittura cinque, compreso quello della «Trevi Energy», i progetti presentati in Capitaneria e anche per gli altri le procedure stanno per essere avviate. «Fermiamoli», è l’appello.
GLI ALTRI PROGETTI. Cinque cattedrali off shore, un fronte di sedici chilometri. CAGLIARI. Altro che Golfo degli Angeli, rischia di essere il parco selvaggio delle pale eoliche: sedici chilometri di rotori, da Giorgino, Cagliari, a Su Loi, Capoterra, fino a Su Guventeddu, Pula. Non c’è solo il progetto della romagnola «Trevy Energy» che incombe, altre società, due della penisola e una cagliaritana vogliono lottizzare il Golfo con gli off hore. A cominciare dalla «Licata Energy» di Treviglio, nel Bergamasco, che alla Capitaneria ha chiesto in concessione per trent’anni due chilometri quadrati di mare tra Orti Su Loi e Villa d’Orri, a cavallo tra Capoterra e Settimo San Pietro. Vuole installare venti pale eoliche (mostruose, sono alte 160 metri sul pelo dell’acqua) e, secondo le stime, destinate a produrre cinque megawatt ciascuna.
Altri due progetti sono stati presentati dalla cagliaritana «Sostenergy». Le aree da occupare, in questo caso, sarebbero quelle tra Torre Antigoi e Porto Foxi, non lontano dal pontile della Saras, e tra Su Gunventeddu e Sant’Efisio, subito prima della spiaggia del Forte Village, da sempre al primo posto nella classifica mondiale dei resort di lusso, ma destinato a una retrocessione sicura se sarà realizzato l’impianto. L’ultimo progetto è stato presentato, a luglio, dalla «Ecopowernet» di Varese. Ha chiesto in concessione per cinquant’anni cinque chilometri quadrati, a tre miglia dalla costa, per tirar su ottanta rotori, potenza complessiva stimata, 100 megawatt. Negli uffici della Capitaneria, in passato, si è vista anche la «Aerds», sede legale a Quartu, per poi non andare oltre la presentazione del progetto di massima.[Fonte: Gruppo di Intervento Giuridico]