Governo e Parlamento non possono volere la chiusura dei parchi nazionali italiani nell’Anno della Biodiversità
E’ di pochi giorni fa il documento definitivo contenente la strategia nazionale per la biodiversità, presentata a Roma il 22 maggio scorso alla presenza del Presidente della repubblica, in occasione dell’Anno internazionale della biodiversità. Nel documento viene dedicata una parte alle aree protette, quali strumenti fondamentali ed irrinunciabili per le strategie di conservazione della biodiversistà e del mantenimento dei processi ecologici del pianeta.
Proprio mentre questo importantissimo documento veniva steso nella sua ultima versione, e tra gli obiettivi veniva previsto di supportare il sistema della aree protette con finanziamenti adeguati, il governo “stabilizzava” la finanza tagliando – tra l’altro – il 50% dei finanziamenti ai parchi, con un risparmio di soli 25 milioni di euro, del tutto sproporzionato, anche per l’importanza dell’indotto dei parchi sul turismo e sulle economie locali di aree quasi sempre marginali.
Inizia oggi al Senato l’esame della manovra economica del Governo che dovrebbe concludersi il 14 luglio.
Malgrado sia molto forte la nostra preoccupazione, non possiamo credere che ci sia realmente la volontà di colpire così rovinosamente il sistema delle aree protette rinunciando – con il loro dimezzamento (rectius distruzione) – al patrimonio scientifico, culturale e politico di cui sono portatrici così come ai principali strumenti di tutela della biodiversità e di sviluppo sostenibile previsti dalla legge quadro .
Continua comunque la mobilitazione del mondo dei parchi e di tutti coloro – associazioni ambientaliste, liberi cittadini e istituzioni – che hanno a cuore la tutela delle aree protette. Confidiamo che la norma “dimezza parchi” venga cambiata anche grazie in primis all’impegno già manifestato in tal senso del Ministro dell’Ambiente, quale massimo riferimento politico delle aree protette e garante del funzionamento dei parchi italiani.