Croci di vetta: la posizione dell’AIW
L’AIW, che da sempre si batte contro l’erezione di nuove croci sulle vette delle montagne, e che spesso ha criticato il Club Alpino Italiano per l’appoggio dato a queste iniziative (quasi sempre organizzate dalle loro Sezioni), almeno per una volta apprezza la decisione presa da quest’associazione escursionistica e alpinistica durante un recente convegno tenutosi a Milano presso l’Università Cattolica.
Convegno conclusosi «con una sostanziale convergenza dei tre relatori (monsignor Melchor José Sanchez de Tosca y Almeda, lo scrittore Marco Albino Ferrari in rappresentanza del CAI e il docente di diritto penale Marco Valentini) sulla necessità di preservare le croci esistenti in quanto testimonianze significative di uno spaccato culturale, e sull’opportunità per motivi interculturali e paesaggistico-ambientali di non installarne di nuove». Una posizione che si apprezza, in quanto in linea col pensiero della Wilderness da anni portato avanti, anche con non poche polemiche con alcune Sezioni del CAI.
Non condivide invece la posizione politica presa dalla Lega e da Forza Italia e dai loro portavoce (Matteo Salvini e Antonio Tajani) dichiaratasi favorevoli ad ogni altra croce con la scusa che farlo significhi rispettare il diritto della cultura e della tradizione locale. In realtà, una posizione che sa più di impegno politico in vista delle imminenti elezioni europee, come hanno scritto alcuni media. L’AIW ritiene che un conto sia il rispetto per le vecchie e tradizionali croci, finanche ormai storiche (almeno alcune), un conto pretendere di continuare ad erigere croci su ogni vetta per lo sfizio di qualcuno o di qualche gruppo o anche comunità locale. Questo perché, se per quelle del passato ci furono delle ragioni storiche, religiose o di tradizioni culturali, questo non può dirsi oggi, dove lo stimolo ad erigere altre croci è perlopiù solo esibizionistico di qualcuno; una specie di “marchio” del territorio che non ha ragione d’essere e che rappresenta solo un danno al paesaggio e la creazione di “mete” per gli escursionisti che necessitano sempre di opere antropiche da raggiungere, anziché limitarsi a godere della bellezza dei luoghi e della loro immacolatezza. In definitiva, oggi è saggia la posizione del CAI nazionale, perché è la più ragionevole.
Ovvero: SI alle croci ormai storiche e tradizionali, NO ad ogni nuova croce, ma non per negare un diritto, ma per rispetto al paesaggio e alle leggi che lo difendono. Ma non solo, l’AIW ritiene e avanza anche la proposta che siano smantellate tutte le croci erette negli ultimi anni che non abbiano una valida ragione giustificativa alla base della decisione; specie quando sono state installate per meri motivi esibizionistici, spesso anche personali o motivati da interessi tali, fosse anche solo quello di creare una “meta”! [Associazione Wilderness Italia]