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Associazioni: richiesto incontro con il Ministro su impatti delle rinnovabili

La Associazioni della #CoalizioneArticolo9, che si adoperano affinché la diffusione nel nostro Paese degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili abbia luogo arrecando il minor danno possibile all’ambiente, alla biodiversità ed al paesaggio, chiedono un incontro con il ministro Gilberto Pichetto Fratin per affrontare il nodo della pianificazione delle aree idonee e della semplificazione dei procedimenti autorizzativi.

Fino ad oggi, la realizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici nel nostro Paese è avvenuta in assenza di qualsiasi pianificazione sul territorio. La loro ubicazione è stata di fatto lasciata alla libera scelta degli operatori del settore delle rinnovabili, anziché pianificata, come invece previsto dal Decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2018/2001/UE (c.d. RED II). Quest’ultimo infatti, prevede l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili, nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali …. nonché delle specifiche competenze dei ministeri dei Beni culturali e dell’Ambiente, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate e aree non utilizzabili per altri scopi… compatibilmente con la disponibilità di risorse rinnovabili. Il Tale Decreto legislativo di recepimento, entrato in vigore il 15 dicembre 2021, anziché stabilire i criteri con i quali individuare le aree, rinviava tale fondamentale adempimento ad un successivo D.M. entro il 15 giugno 2022. Ad oltre un anno, il Ministero dell’Ambiente temporeggia e del D.M. non vi è traccia, malgrado gli annunci.

Altrettanto urgente è l’attuazione del Regolamento europeo sull’accelerazione delle rinnovabili (in vigore il 1 gennaio 2023), con l’individuazione di “aree di riferimento” in cui realizzare gli impianti con le cautele ambientali e paesaggistiche in esso previste.

Ulteriore preoccupazione desta il fatto che il Governo si accinga a presentare un ponderoso D.L. per l’accelerazione delle procedure del PNRR. Da quanto risulta dalle bozze circolate in questi giorni, tale strumento si concentra sulla stesura di farraginose disposizioni “semplificative” che, disattendendo ogni motivazione di carattere tecnico e culturale, puntano ad un’accelerazione “a tutti i costi”. Inoltre, nulla è dato riscontrare in esso riguardo all’obbligo di rispettare la clausola del “non arreca danno significativo”, imprescindibile per tutti gli interventi finanziati dal PNRR.

Un punto di equilibrio realmente sostenibile tra lotta al cambiamento climatico ed alla crisi energetica e tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio si può trovare solo coinvolgendo tutto il mondo dell’ambientalismo italiano nell’elaborazione delle politiche e dando ascolto ai territori dove insistono gli impianti di produzione da FER.

Per la #CoalizioneArt. 9:

  • Antonella Caroli, Presidente Italia Nostra
  • Aldo Verner, Presidente Lipu
  • Aldo Giorgio Salvatori, Presidente AIW – Associa

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