LIPU: NO alla centrale idroelettrica nel P.N. del Pollino
Interviene la Lipu sul progetto di centrale idroelettrica sul torrente Frido, nel P.N. del Pollino. «Un’opera che porterebbe pochi benefici e molti danni, una minaccia per la natura e la biodiversità». «Il progetto, per il quale è stato rilasciato il giudizio favorevole di compatibilità ambientale nel 2013, – è spiegato in una nota – aveva già visto l’interruzione dei lavori nel 2017, disposta dall’Ente Parco Nazionale del Pollino, per esecuzione delle opere in difformità dagli atti autorizzativi e con conseguenti danni all’ambiente e disturbo alla fauna selvatica, tanto che l’Ente Parco aveva ordinato la riduzione in ripristino dello stato dei luoghi».
«Nonostante quanto accaduto, con una serie di atti di cui l’ultimo è la D.G.R. n. 42 del 20 gennaio scorso, la Regione Basilicata ha incomprensibilmente rideterminato i termini di validità del giudizio ambientale, prorogandoli per un periodo di 18 mesi a partire dalla comunicazione della data di ripresa dei lavori, senza sottoporre nuovamente il progetto ad una procedura di via e di valutazione di incidenza».
«A sei anni dalla realizzazione del primo parere – di – dichiara Stefano Allavena, vicepresidente della Lipu-BirdLife Italia – è assolutamente necessario tener conto anche dei cambiamenti ambientali che sono avvenuti in questo periodo di tempo: nuovi regimi idrici, modifiche nelle presenze e/o nello stato di conservazione degli habitat e delle specie d’importanza comunitaria, la modifica dei luoghi per effetto dei danni provocati dai precedenti lavori ». «La centrale idroelettrica verrebbe realizzata in piena Zona 1, cioè zona di massima tutela, del Parco Nazionale del Pollino e all’interno della Zps (Zona di protezione speciale) ‘Massiccio del Monte Pollino e Monte Alpi’ – prosegue Allavena – dove, tra le problematiche di conservazione menzionate dalla stessa Zps, vi sono proprio la costruzione di elettrodotti ». «Di fronte alla grave crisi idrica, la priorità da perseguire dovrebbe essere una buona gestione dei bacini idrografici e la riqualificazione degli stessi, e non il loro sfruttamento a fini industriali.
Inoltre, un’opera di questo tipo porterebbe senz’altro meno benefici rispetto ai servizi ecosistemici che la preziosa natura di questi luoghi è in grado di garantire. Appare inoltre ben strano che si possa autorizzare un’opera tanto impattante in Zona 1 del Parco Nazionale del Pollino e in una Zps». Fra le specie presenti c’è la lontra: uno splendido animale, molto raro e di grande interesse conservazionistico, tra le cui principali minacce vi è proprio la proliferazione degli impianti di captazione (compreso il miniidroelettrico). Un motivo molto importante per opporsi a questo progetto. «La nostra richiesta – conclude Allavena – è dunque quella di fermare la realizzazione della centrale, per evitare ulteriori danni al patrimonio di biodiversità e al paesaggio e avviare una politica di tutela e riequilibrio ecologico che in questi tempi di cambiamenti climatici appare sempre più indispensabile».